Aldo Manuzio

Aldo Manuzio nacque a Bassiano nel 1449 circa

ALDO MANUZIO

Aldo Manuzio nacque a Bassiano nel 1449 circa, della sua famiglia di origine si sa poco, il padre forse mercante di stoffe si sposò con una giovane bassianese e si stabilì a Bassiano.I primi anni della sua infanzia li trascorse a Bassiano ma in tenera età, forse all’età di otto anni, venne mandato a Roma per conseguire gli studi classici.Il giovane Manuzio venne accolto nei circoli culturali del cardinale Bessarione, frequentò le lezioni di retorica e latino del prof. Gasparino da Verona, e fu probabilmente in questi ambienti che il giovane studioso entrò in contatto con i primi libri stampati.La nuova tecnica tipografica introdotta dal Gutenberg arrivò in Italia seguendo la via dei Benedettini, Pannartz e Sweinheim, allievi del tipografo, che fondarono nel 1465 nel monastero di Santa Scolastica in Subiaco la prima tipografia Italiana.Dopo i primi studi, nel 1475, Aldo si trasferì a Ferrara dove continuò la sua formazione e in particolare approfondì lo studio del greco, seguendo le lezioni del professore Guarino da Verona.Qui a Ferrara grazie all’amicizia del compagno di studi Giovanni Pico della Mirandola venne introdotto a corte, quando l’amico si trasferì a Firenze, procurò ad Aldo il posto di precettore dei suoi due nipoti Lionello e Alberto Pio.Quest’ultimo, quasi certamente, fu il finanziatore delle prime stampe di Aldo al quale donò inoltre delle terre nei pressi di Carpi. Il legame tra i due durò per tutta la vita.Fu probabilmente in questo periodo che maturò in Aldo l’idea su quello che sarebbe diventato il suo progetto editoriale.La sua ambizione principale fu quella di preservare la letteratura e la filosofia greca da ulteriore oblio, nonché il grande patrimonio della letteratura latina, diffondendone i capolavori in edizioni stampate.

PROGETTO EDITORIALE

È proprio verso gli anni ottanta del XV secolo, che Manuzio matura quello che sarebbe poi diventato il suo progetto editoriale, per mezzo del quale egli ha voluto diffondere, e soprattutto preservare la filosofia greca e la letteratura greca e latina da un continuo oblio, recuperando e riproponendo i grandi capolavori classici, tramite edizioni stampate. Per raggiungere il suo scopo, egli mette in secondo piano l’aspetto economico del proprio operato, facendo attenzione a mantenere l’altissima qualità delle sue edizioni.Aldo cerca di far comprende il suo progetto editoriale utilizzando le prefazioni, che corredano molti dei suoi volumi, in cui espone le proprie concezioni culturali, politiche e religiose. Le prefazioni sono utilizzate da Aldo per annunciare ai lettori le successive edizioni. In quella ad “Aristotele, opere logiche” Aldo scrive: “Aldo Manuzio bassianese agli Amici. O amici delle Muse […] salute! Ecco a voi il divino Aristotele. Presto vi saranno dati Alessandro e Ammonio […]”.

IL CORSIVO

Quella che si ritiene la più importante innovazione è l’introduzione del carattere corsivo o italico o anche detto Aldino. Il nuovo carattere, inciso da Francesco Griffo, orafo bolognese, viene “copiato” dalla scrittura cancelleresca e si presenta inclinato da destra a sinistra. La sua introduzione permette di ridurre le dimensioni del libro.È nell’incunabolo aldino, Epistole devotissime de Sancta Catharina da Siena, stampato a Venezia nel 1500, e precisamente in una xilografia al suo interno che Aldo testa il nuovo font. Da questo momento in poi Aldo lo userà regolarmente, per le sue edizioni. Già nel 1501, lo troviamo nell’edizione, oggi rarissima, dell’Eneide di Virgilio, in questa stessa edizione Aldo utilizza il formato in ottavo, creando così il prototipo del libro moderno .Xilografia con l’invocazione della santa: “iesu dolce iesu amore” (particolare)

IL CATALOGO

Manuzio è stato il primo editore a pubblicare un catalogo dei suoi libri: “I primi cataloghi di una casa editrice recanti il prezzo di ciascun volume furono quelli pubblicati da Aldo Manuzio nel 1498…[1]”. Nei cataloghi si trova notizia degli argomenti trattati nei libri, trascrivendone i capitoli e fornendo apprezzamenti elogiativi circa la validità dell’opera.

IL TASCABILE

Grazie al corsivo si possono ridurre le pagine dei libri passando dalla stampa in “foglio” alla stampa in 8° (mm 154 x 94). L’uso del corsivo e del formato 8° permette la produzione di libri più piccoli e quindi tascabili e portatili. Il piccolo libro diventa così un compagno di viaggio, che si può portare con sé con facilità facendo divenire ogni luogo una biblioteca. Tutto ciò, unito ad una riduzione di costo, porta ad un aumento della diffusione del libro.

IL LOGO

La celeberrima e stupenda raffigurazione del delfino avviluppato all’ancora e il motto “affrettati lentamente” serve a difendere la tipografia Aldina dalle copie illegittime, e, oltre ad avere un notevole valore artistico, cristallizza la consuetudine di creare il logo della casa editrice.

LA PUNTEGGIATURA

Il contributo forse più rilevante di Aldo Manuzio alla moderna cultura della scrittura è la definitiva sistemazione della punteggiatura: il punto come chiusura di periodo, la virgola, l’apostrofo e l’accento impiegati per la prima volta nella loro forma odierna, nonché l’invenzione del punto e virgola. È scomparso invece il “punto mobile”, usato da Aldo per chiudere le frasi interne al periodo.

NUMERAZIONE DELLE PAGINE

Si deve a Manuzio l’introduzione della numerazione delle pagine. La numerazione delle pagine “[…] impiegata forse per la prima volta da Aldo Manuzio nel 1499 nelle Cornucopiae di Niccolò Perotto… diventò d’uso corrente … nel secondo quarto del secolo XVI”.[2]

INNOVAZIONE

Un’edizione di Aldo è qualcosa di speciale e irripetibile. La bellezza della carta, l’eleganza dei caratteri, la splendida impaginazione sono il risultato di una cura singolarmente innovativa. È universalmente riconosciuto a Manuzio di essere stato il padre dell’editoria come oggi la conosciamo e primo editore moderno grazie alle innovazioni da lui apportate nella stampa dei testi che, ancora oggi, sono valide ed applicate.

LUNGHEZZA DELLA RIGA

Già nei manoscritti e nei codici medioevali per facilitare la leggibilità si utilizzava scrivere i testi su due colonne. Il primo libro stampato con caratteri mobili, la Bibbia a 42 linee del Gutenberg, ha il testo disposto su due colonne. Questo facilita la lettura ma al contempo richiede l’uso di più carta il cui costo, notevole, rappresenta il 50% del totale della spesa. Aldo non si sarebbe mai sognato di attaccare insieme più paragrafi per risparmiare qualche soldo di carta. Comprende che la lunghezza del paragrafo è un fattore importante di leggibilità. Agli inizi del 1500 assicura la leggibilità dimezzando la dimensione della pagina (formato in 8° = pagina di 9 cm) e per segnalare l’inizio dei paragrafi si va a capo e la prima riga rientra di qualche spazio coniugando così estetica e struttura.

È utile ricordare che la produzione della tipografia di Manuzio in campo Sant’Agostin dal 1494 al 1515 è di 134 edizioni, di cui 68 in latino, 58 in greco e 8 in italiano e la tiratura arriva a 1.000 (forse anche 3.000) copie per ogni edizione.

[1] Steinberg Siegfried, Cinque secoli di stampa, Torino, Einaudi 1982, p. 100
[2] Febvre Lucien & Martin Henry-Jean, La nascita del libro, Bari-Roma, 1988, p. 97-98

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